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La capacità di vedere di un bambino non è paragonabile a quella di un adulto e non si può esprimere in decimi, ossia quante righe del tabellone vede il piccolo paziente.

Anche se lo sviluppo anatomico è già avvenuto, diversi sono gli aspetti funzionali che matureranno poco per volta, soprattutto nei primi 6-8 mesi di vita, fino a completarsi prevalentemente intorno ai 3-5 anni di età. La “plasticità” del sistema visivo, tuttavia, si può realizzare anche fino ai 10-11 anni di età.

 

Prime settimane di vita

Fin dalle prime ore di vita, un neonato reagisce alla luce e al buio, ma non è in grado di controllare i movimenti degli occhi, di mettere a fuoco e di percepire i colori. La luce lo attira e lo incuriosisce (lampada accesa, finestra aperta), ecco perché, nei primi mesi di vita, si utilizzano delle mire luminose per attirare la sua attenzione e per studiare i movimenti degli occhi.

Dalla seconda–terza settimana di vita, il piccolo inizia in parte a coordinare i muscoli oculari e a mettere a fuoco oggetti vicini, a circa 20-25 cm dai suoi occhi. Gli oggetti posti a maggiore distanza appaiono sfuocati ed in diverse tonalità di grigio. Il bambino è attratto da oggetti semplici, molto contrastati; è in grado di fissarli ma non di inseguirli.

 

Primi mesi

A 1-2 mesi, appare interessato ad oggetti colorati ed a forme più complesse. Riesce a fissare luci e ad inseguire oggetti in movimento in modo incostante. La collaborazione fra gli occhi non è precisa e i movimenti oculari non risultano coniugati. Inoltre, si amplia il campo visivo, migliorando la percezione dello spazio che lo circonda, per questo è attirato da oggetti che sono posti “di lato”.

A 2-3 mesi, matura la capacità di convergenza e di messa a fuoco (accomodazione) delle immagini poste a breve distanza. La capacità di fissazione diventa più sicura: i lattanti passano molto tempo ad osservarsi le mani.

Attorno al 4° mese, ma spesso anche prima, intervengono diverse modifiche del comportamento visivo. Migliorano la coordinazione e la collaborazione fra gli occhi: sono i primi passi nello sviluppo della visione binoculare. Migliora ulteriormente la capacità di messa a fuoco, per questo il bambino è molto più interessato a ciò che avviene attorno a lui e ai volti che si avvicinano. Il piccolo è molto attratto da oggetti in movimento, riuscendo a inseguirli con precisione con lo sguardo.

Nei mesi successivi, il bambino continua a migliorare la capacità visiva: tra i 5-6 mesi, comincia a distinguere i colori ed è in grado di riconoscere il viso della mamma dai molti volti sconosciuti.

Al 6°-8° mese, tenta di prendere gli oggetti al di fuori della sua portata, riesce a fissarli bene e a distinguere i particolari, vede con maggiore chiarezza i colori. Matura la capacità fine di usare gli occhi insieme, ossia la visione binoculare singola che si consolida: in tal modo, la sensazione visiva che arriva da ogni occhio viene percepita tridimensionalmente (stereopsi). Pertanto, la presenza di una saltuaria deviazione degli occhi entro i primi 6-8 mesi non deve preoccupare.

Esiste, però, anche uno strabismo falso, o pseudostrabismo, dovuto ad una particolare conformazione delle palpebre (epicanto) che solitamente scompare con la crescita.

Se, dopo il 6° mese, gli occhi appaiono un po’ convergenti o divergenti, si può sospettare un reale strabismo, perché a questa età è già maturata la visione binoculare, che presuppone un normale parallelismo degli occhi.

In caso di strabismo (assenza di parallelismo degli occhi) o di difetti visivi non corretti, soprattutto se a carico di un solo occhio, non si viene a creare un’esperienza visiva normale, in quanto il cervello esclude l’immagine dell’occhio peggiore, con conseguente ambliopia (occhio pigro).

Per evitare l’ambliopia, sono indispensabili una diagnosi precoce ed una adeguata terapia: si occlude l’occhio migliore per favorire la visione dell’occhio pigro.

 

Da 1 a 3 anni, migliorano ulteriormente il riconoscimento di oggetti sempre più piccoli e più lontani, la convergenza, i movimenti di fissazione e di inseguimento.

 

La diagnosi precoce di un problema visivo è fondamentale, perché è solo in un ristretto periodo della vita che si sviluppano gli aspetti più importanti della visione e la potenzialità visiva. Riconoscere un problema visivo precocemente significa anche iniziare al più̀ presto un percorso riabilitativo personalizzato, che aiuti il bambino a migliorare la sua interazione con l’ambiente.